LE BIOPLASTICHE
Il termine “bioplastiche” non e' definito con precisione, ma e' comunemente usato per descrivere plastiche composte, interamente o in parte, da polimeri derivati da materie prime di origine vegetale (rinnovabili), come ad esempio: canna da zucchero, fecola di patate, mais, frumento o cereali. Alcune bioplastiche, sotto l'azione di microrganismi (batteri, funghi, alghe, ecc.), si decompongono completamente in condizioni aerobiche o anaerobiche, trasformandosi in: acqua, anidride carbonica, biomassa, metano e composti inorganici; in questo caso si parla di plastiche biodegradabili. Altre bioplastiche invece sono realizzate in modo da compostare, ossia biodegradare ad alte temperature ed in presenza di batteri naturali, in un impianto di compostaggio industriale, senza provocare danni all'ambiente. A scoprire la prima bioplastica fu il ricercatore francese Maurice Lemoigne nel 1926. La scoperta di Lemoigne pero', a causa del basso costo e dell'abbondanza del petrolio, fu trascurata per diversi decenni. Solo verso la meta' del 1970 essa fu presa in considerazione grazie alla crisi petrolifera ed alla maggiore attenzione rivolta alla tutela dell'ambientale. La produzione di bioplastiche, utilizzando materie prime vegetali rinnovabili annualmente, come ad esempio l'amido di mais, si e' avuta a partire dal 1980. L'utilizzo di queste materie prime vegetali ha consentito la realizzazione di prodotti come: piatti, sacchetti, pellicole, ecc. Tuttavia, la vera innovazione in questo settore si e' avuta nei primi anni del XXI secolo, con la produzione del poliidrossialcanoato (PHA), un tipo di bioplastica dura e malleabile di cui oggi sono fatti molti degli oggetti appartenenti alla nostra vita quotidiana. |
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Non si possono considerare bioplastiche i materiali plastici non biodegradabili basati su risorse fossili. |
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CICLO DI VITA DELLE BIOPLASTICHE |
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Compostabile significa sempre biodegradabile. Biodegradabile non necessariamente significa compostabile. Le bioplastiche biodegradabili che non presentano la dicitura “compostabile” sono plastiche “oxo-biodegradabili”, cioe' plastiche normali a cui viene aggiunto un additivo che, alla luce del sole, le fa disgregare piu' velocemente in tanti piccoli frammenti (poco visibili o non visibili) e dannosi per l'ambiente. |
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BIOPLASTICHE OTTENUTE DA MATERIALI INNOVATIVI
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RICICLO DELLE BIOPLASTICHE Le bioplastiche sono adatte ad un'ampia gamma di opzioni di fine vita, tra cui: riutilizzo, riciclaggio meccanico, riciclaggio organico e recupero energetico: Come per le plastiche convenzionali, il modo in cui i rifiuti di bioplastiche vengono effettivamente recuperati dipende dal tipo di prodotto e di materiale bioplastico utilizzato e dai sistemi di recupero disponibili.
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