Economia ed ambiente al tempo dell'antropocene
[ tempo in cui la Terra è fortemente segnata dalle attività umane]
l'uomo ha sempre modificato l'ambiente in cui vive per adattarlo ai suoi bisogni e per ricercare una esistenza più comoda e sicura.
Per secoli vi è stata una lenta evoluzione delle tecnologie e dei sistemi sociali quindi era possibile adeguarsi alle novità che si andavano presentando nel corso del tempo. La lenta evoluzione era utile per comprendere ed utilizzare le nuove opportunità ed adeguare la propria sensibilità ai cambiamenti conseguenti.
Gli interventi effettuati dall'Uomo hanno modificato l'ambiente anche in maniera irreversibile ma senza provocare danno permanente all'eco-sistema.
Con l'avvento dell'era tecnologia (dal XVIII sec) cambia il paradigma.
La velocità del cambiamento è aumentata, le innovazioni si susseguino rapidamente nel settore tecnologico, delle risorse energetiche, delle comunicazioni e dei trasporti. La Società contadina ed artigianale lascia il posto alla Società industriale con nuove strategie economiche e con una diversa interpretazione dell'uso dell'ambiente.
I cambiamenti ambientali prodotti a partire dall'avvento dell'era tecnologica sembrano diventare irreversibili a causa delle profonde mutazioni conseguenti all'attività antropica. Molti sono anche i benefici ma rischiano di restare senza futuro. A fronte di molte virtuose esperienze che vorrebbero tener conto dei diversi aspetti dello sviluppo socio - economico per armonizzare ambiente, economia, esigenze d'impresa e produzione di beni e servizi vi è la percezione che siano predominanti altri interessi legati esclusivamente agli aspetti economici e localistici.
Alcuni aspetti che caratterizzano il XXI sec
Un aumento di popolazione comporta un aumento di attività antropiche con conseguente un maggiore impatto ambientale a meno che si mettano in campo adeguate misure di gestione del territorio.
Con una riflessione:
Standard di vita fortemente consumistici (per esempio il modelo di sviluppo dei paesi occidentali) o attività industriali molto inquinanti (per massimizzare i profitti e minimizzare gli investimenti) sono esempi che contribuiscono al deterioramento dell'ambiente a favore di interessi economici. Dovrebbe essere un processo controllabile a livello mondiale essenzialmente con la volontà delle parti. Utopia ?
Cambiamenti climatici: una estesa letteratura riporta i dati di un fenomeno che ha le sue radici in un tempo ormai lontano. Molte le analisi, ancor più numerosi gli incontri internazionali per porre rimedio al cambiamento climatico ed al riscaldamento del pianeta ma di volta in volta, a fronte di obiettivi rigorosissimi, ci si trincea dietro l'ambiguità degli accordi o ad una prassi che non sconvolga eccessivamente le economie locali anche se prima o poi il conto andrà pagato. Oggi, comunque, già si pagano i danni determinati dagli eventi atmosferici estremi che si manifestano tanto frequentemente.
Approfondimenti
ARPAT
Industrializzazione I processi di industrializzazione, a fronte di produzioni sempre maggiori e di alta qualità, modificano il territorio in modo notevole con sottrazione di suolo, richiesta di energia, necessità di trasporti, possibili inquinamenti ambientali. Tutti questi elementi devono esere attentamente valutati per prevenire effettti negativi in termini ambientali ed economici sul territorio. Il costo relativo alla gestione del territorio dovrebbe esere a carico del produttore.
La questione della
gestione della terra ed il consumo di suolo: circa il 50 % della superfice terrestre è potenzialmente disponibili per la coltivazione. Sono ancora molte le terre utilizzabili per l'agricoltura, tuttavia il loro mancato utilizzo dipende dagli elevati costi di investimento necessari per renderli produttivi. Inoltre dovrebbe essere disponibile anche una adeguata quantità di acqua e la ricerca di tecnologie più efficienti. Qualsiasi attività umana produce inquinamento quindi bisogna valutarne gli effetti tenendo conto che non si conosce il limite di sopportabilità della Terra perchè la situazione non diventi irreversibile;
Qualsiasi
modello di sviluppo deve tener conto della limitatezza delle risorse. Fino al XVIII sec vi è stato un equilibrio tra capacità produttiva e consumo [ma vi erano anche grandi carestie!) ed un eccessivo accumulo di beni era riservato ad una piccola parte di popolazione [Nobili, clero e grandi mercanti]. Organizzazione sociale sicuramente ingiusta che andava modificata in senso egualitario, ma la storia ha preso altra strada. Oggi l'accumulo di beni - spesso non necessari - è disponibile ad una ampia fascia di popolazione senza che vengano rimosse le diseguaglianze. Questa disponibilità consente una maggiore produzione, ma richiede grandi quantità di materie prime, molta energia per la produzione e nper lo smaltimento dei prodotti a fine vita. Tutti elementi molto problematici!
Inquinamento ambientale Il mondo sembra essere un pozzo da cui poter prelevare in maniera indefinita ogni risorsa dal sottosuolo, dalla terra, dal mare ed in generale dall'ambiente come se ogni cosa fosse di proprietà privata.
E' l'effetto di politiche poco lungimiranti e degli egoismi locali. Le produzioni inquinanti dovrebbero provvedere alla conservazione del territorio (ma la cosa ha un costo che non dovrebbe essere scarivcato sulla collettività), dovrebbe essere presente un senso civico collettivo, ma anche un controllo del territorio. Cattiva volontà, costi eccessivi, incapacià politica? ma l'ambiente non può aspettare ...
Diseguaglianze tra paesi e tra persone sono evidenti. Ci sono sempre state e sono sempre state caratterizzate da un grande divario. Questa situazione è una delle cause dei continui conflitti che logorano l'umanità ed induce rovinose conseguenze nell'ambiente. Forse eliminare completamente il problema non è possibile, ma rendere minimo il divario dovrebbe essere un obiettivo primario.
Inoltre, l'attuale sistema economico spinto sempre più verso il consumismo (approccio capitalistico e liberista) porta ad accentuare il divario tra paesi (spesso le risorse di interi territori vengono sottratte dai paesi ricchi). Anche questo è un antico problema: certe situazione di diseguaglianza vengono mantenute (e volute) per conservare un predominio politico ed economico anche se a discapito di altre comunità.
Scienza e tecnologia: risorsa o problema? Maggiore quantità di energia disponibile ed il continua affinamento dei processi tecnologici portano ad un migliore rendimento dei sistemi produttivi ed estrattivi ed a una migliore qualità della vita (MA NON PER TUTTI) ma sono causa di una possibile illusione: che ogni alterazione dell'ambiente possa essere sempre rimediata con l'intervento tecnologico. Spesso non è vero !
Conflitti Le guerre sono il frutto avvelenato degli egoismi e del desiderio di sopraffazione e portano lutti e distruzioni. Ma non solo. Gli effetti di qualsiasi guerra hanno ricadute sull'economia dei paesi coinvolti (e non solo) e sull'ambiente. Sono danni diretti ed indiretti: - il costo della ricerca e sviluppo degli armamenti; - lo studio di strategie per far danno al "nemico"; - la competizione sempre maggiore fra stati per non farsi trovare "impreparati" ad un attacco ostile; - lo spsotamento di rifugiati e distruzione degli habitat; - utilizzo di defoglianti; - distruzione di coltivazioni solo per citare alcuni aspetti!
Alcuni esempi (fonte Limes): Nel Dombass si strima siano stati distrutti 500 mila ettari di ecosistemi e 150 mila ettari di foreste; un mezzo militare consuma 300 l per 100 km ed immette 600 kg di CO2 in atmosfera; un F35 utilizza 400 l di carburante per 100 km ed immette nell'atmosfera 28 mila kg di CO2. Poi ci sono gli effetti ambientali delle armi
Nell'era tecnologica - informatica servono nuovi comportamenti, nuove visioni, nuovi approcci per gestire con lungimiranza la complessità del binomio ambiente - economia. Il progresso tecnologico è una condizione necessaria ma non sufficiente per uno sviluppo equilibrato e "conservativo" dell'ambiente
La prassi politica ha interessi immediati ed i paesi ricchi sono arroccati sul loro "ordine mondiale" e tendono alla conservazione dei "diritti acquisiti".
Sitografia - Approfondimenti
"I limiti dello sviluppo" Club di Roma nel 1972 - ed. EST Momdadori
SNAP - Sistema Nazionale Protezione Ambiente ISPRA - Annuario dati ambientali
CNR - istituto inquinamento atmosferico
ARPAE - Disaccoppiamento tra attività economica ed impatto ambientale
ARPAE - Economia ambientale
IRIS - Sostenibilità
- Istituto Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità
Centro di ricerca interdisciplnare sulla sostenibilità ed il clima - Scuola S.Anna - Pisa